Il presepe

Il presepe

Bambino seguo i grandi con occhi sbarrati e frenetici movimenti, per stare dietro a comandi per posizionare casette minuziosamente lavorate, in ore rubate al riposo o a divertimenti mancati.

Strane posizioni di statuine, che al tatto rincorrono la fantasia di me fanciullo, fatto di attimi scarni, in momenti dove ritrovarsi intorno a tavoli ricchi di poche cose e dove le uniche luci sono le candele, che profumano le case di oggi, dove le luci sono altre.
Fiori ad ornamento recisi e raccolti attimi prima, rubando il tempo alla neve, che copre e lascia tutto soffuso, sia i rumori che le ombre. L’odore di muschio faticosamente raccolto, curato con mani insicure, ma finalmente posizionato intorno a strani laghi, ravvivati da vecchie lampade e statuine colorate, che ogni anno come reliquie posizioniamo in luoghi a noi sempre più cari, come in una mappa di memoria mai dimenticata, ricca di ricordi, che ci accompagnano e non ci lasciano mai.

Cornacchia Adalberto