Entrare nel mistero

ENTRARE NEL MISTERO ...


Mistagogia è una parola greca composta myst- abbreviazione di mysterion (un rito che attua il dramma della divinità che muore e rinasce) e agogia, l’azione del guidare, introdurre. Significa dunque “introdurre nel mistero”.

A Natale festeggiamo la nascita di Gesù Cristo a Betlemme. La festa non si accontenta però di ricordare un evento passato, bensì celebra la nostra stessa vita, come dice san Leone Magno: “e mentre celebriamo in adorazione la nascita del nostro Salvatore, ci troviamo a celebrare il nostro inizio”.
Padri della Chiesa affermavano che a Natale celebriamo la nostra festa, la festa della nostra redenzione ovvero l’inizio della liberazione dell’uomo operata da Gesù Cristo; questo avviene anche attraverso dei simboli, uno fra questi è il presepe.
Entriamo ... in questo mistero con alcuni cenni senza la pretesa di essere esaustivi. I simboli ci aiutano ma il mistero è infinito.
A Natale contempliamo in silenzio il presepe accogliendolo in noi, osservandolo nella meraviglia che Dio rivela in maniera singolare ad ognuno di noi.

Il Bambino: Dio viene nel mondo come bambino, per liberarci dalla nostra mania di autosufficienza e deviante grandezza. Dio ci esorta a diventare come bambini liberi da condizionamenti esterni, sovrastrutture e aggiunte inutili, altrimenti non entreremo nel regno dei cieli (Mt. 18,3) che inizia oggi, qui in terra. I bambini sono capaci di stupore, meraviglia, abbandono e affidamento. Sanno vivere il presente, l’attimo senza lasciarsi distogliere da dubbi, preoccupazioni, attese. Si accostano a cuore aperto senza calcoli, pregiudizi, secondi fini. I bambini riescono a dimenticarsi di se stessi nel gioco per imparare, esplorare il nuovo. Sanno cogliere la grandezza, nei gesti semplici, a partire dalle piccole cose.
Vive il bambino in te?
A Natale puoi riscoprire l’unicità, l’originalità del bambino divino che è in te ascoltando le intuizioni che provengono dal cuore invece che le mode o quello che gli altri pretendono e si aspettano da te. Puoi recuperare la leggerezza, il gusto gioioso di vivere.

Maria: Maria è la Madre, colei che ha dà alla luce il Figlio, lo avvolge in fasce, lo preserva dal freddo di questo mondo, gli dona calore, lo depone in una mangiatoia, gli procura quindi un posto sicuro, calmo, al riparo. Maria serba e medita tutte queste cose “facendole girare” nel suo cuore. Sente e vive il mistero di questa nascita, ripensa tra sé quanto è avvenuto, soppesa tutto e conserva, commisurandolo con la realtà che sperimenta. E’ un invito per ognuno a concepire non solo figli di carne, ma anche progetti, idee, speranze, attese con Dio e in Dio, soprattutto quando i conti non tornano seguendo l’esempio, la delicata ma sicura pedagogia della Madre che genera, nutre, ed educa nella fede.

Giuseppe: la bibbia lo descrive come uomo giusto, uomo che si comporta bene con la sua fidanzata, non la vuole compromettere a causa della sua inspiegabile gravidanza motivo di lapidazione. Giuseppe è giusto perché pensa che nella situazione in cui si trova non è sufficiente obbedire alla legge, essere giusto con la legge. Giuseppe ci insegna che l’autentica giustizia guarda la persona umana, le offre un posto nel quale sollevarsi, le offre un’occasione di riscatto, di resurrezione ... Giuseppe nella sua vita è guidato dai sogni, richiamo di Dio ad estendere lo sguardo nella fede, per sciogliere i nodi delle rigidità, pregiudizi, paure. Appello anche a farci pellegrini camminando per una realizzazione che non sempre rientra nei nostri programmi umani, ma li supera e spesso sorprende.

Il bue e l’asino: le figure del bue e dell’asino le troviamo già nel profeta Isaia al cap. 1 vers. 3: “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende”.
Isaia considera il bue e l’asino simboli di fedeltà perché riconoscono il loro padrone. In contrasto con loro l’infedeltà del popolo, la nostra stessa infedeltà di persone spesso indifferenti di fronte al dono di Dio. Nel presepe collochiamo questi due animali come richiamo alla nostra situazione: cosa devo ancora conoscere dell’amore che Dio ha per me? cosa significa per me essere fedele?

I pastori: costituiscono la classe sociale più povera, ma sono i primi ad arrivare per adorare il Bambino.
E’ la povertà sensibile alla povertà che scopre la divina grandezza e la sua manifestazione nel quotidiano: beati i poveri in spirito (Mt. 5,3) Sono i pastori in grado di cogliere nel Bambino il mistero dell’amore divino laddove nessun ricco di sè stesso, nessun pallone gonfiato, nessun cercatore di immagini, nessun cultore dell’apparire, sa volgere lo sguardo, né tantomeno fermarsi per girare la chiave dell’umiltà.

Gli angeli: annunciano agli uomini la Parola di Dio perché si concretizzi nella loro vita e il Verbo, il bambino divino diventi carne in loro come a Betlemme. Indicano all’uomo, ad ognuno l’importanza di diventare accoglienti alla Parola di Dio come il grembo di Maria, e beati come coloro che ascoltano e mettono in pratica. Gli angeli intervengono nella vita per proteggerci. Sono comunque portatori e comunicatori di una realtà diversa, più profonda.
Lascia che gli angeli ti aiutino, oltre la ragione, a comprendere con il cuore che Dio si compiace anche di te.

I magi: sapienti e saggi di tutto il mondo, scienza, conoscenza e magia vengono a Cristo per rendergli omaggio. I magi non rappresentano solamente altri popoli e culture ma la nostra stessa ricerca del vero senso della vita.
Al di là di dove e come cerchiamo e di quali esperienze facciamo, in tutto si cela la nostalgia di Dio, il desiderio, non sempre chiaro di riempire quel vuoto in noi che ha la forma stessa di Dio.
Alla fine del loro pellegrinaggio i magi offrono ciò che hanno, non si vantano di essere arrivati ma si prostrano e adorano.
E tu, stai cercando qualcuno o qualcosa?

La stella: da sempre la stella riveste un grande significato simbolico e dal punto di vista biblico gioca un ruolo decisivo nell’adorazione dei magi: astronomi e astrologi che conoscevano con esattezza le stelle. La stella li guida, mostra loro la strada, li accompagna alla nascita di Gesù.
La chiesa primitiva riprende questa esperienza cosmica e la mette in relazione con Cristo “perché Egli venendo ha portato la luce a noi che sedevamo nelle tenebre e nell’ombra della morte”.
A volte nella nostra vita non riusciamo a comprendere ciò che ci capita. Certi eventi restano oscuri e incomprensibili. Ci lambicchiamo nei perché incapaci di trovare una soluzione, una via d’uscita. Vediamo tutto nero, un senso di oscurità e solitudine ci opprime nei pensieri e nella volontà.
Gesù, luce del mondo, luce per te, per tutti, viene per attraversare con te le tenebre, i momenti difficili, i tuoi fallimenti. Sarà con te nell’incertezza della tua salute, del tuo lavoro, del tuo futuro, sarà con te anche quando tu non vorrai più saperne niente di te. Sarà con te dentro la tua notte perché anche la tua notte diventi sacra, una notte Santa, luce nuova.

Massimo Buset